Calciatori sotto tiro – Rapporto 2016/17
Presentato con una conferenza stampa presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il quarto Rapporto “Calciatori sotto tiro”, a cura dell’Associazione Italiana Calciatori, che evidenzia i principali casi di intimidazione e violenza nei confronti di calciatori professionisti e dilettanti nel corso della stagione sportiva 2016/17.
Sono intervenuti Damiano Tommasi (Presidente AIC), Daniela Stradiotto (Presidente Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive), Simone Perrotta (Membro AIC della “Commissione di studi sul tema del calciatori minacciati ed intimiditi”).
Pierpaolo Romani (Presidente Avviso Pubblico) e Fabio Poli (Direttore organizzativo AIC), redattori del Rapporto, hanno illustrato i dati raccolti dall’Osservatorio istituito dall’AIC attraverso un’ampia indagine sul campo.
Obiettivo dello studio AIC è quello di svolgere, ogni anno, un’indagine approfondita sulla quantità e sulla tipologia di intimidazioni, offese e minacce che hanno per oggetto i giocatori di calcio, tanto a livello professionistico quanto dilettantistico.
I dati presentati in questa quarta edizione mettono in luce come nel nostro Paese, nel 2016/17, siano calate le situazioni censite, così come sono calati, seppur di poco, i singoli episodi (114 per la stagione 2016/2017 contro i 117 analizzati nella stagione precedente).
Le categorie professionistiche rappresentano l’ambiente principale nel quale si realizza la stragrande maggioranza dei casi di violenza o intimidazione: 75% del totale, contro il 25% delle categorie dilettantistiche che rappresentano, numericamente, un bacino decisamente più ampio.
La Serie A, con oltre la metà dei casi (52%), è di gran lunga il campionato più “pericoloso” nel quale svolgere la professione di calciatore. Segue, con significativo distacco, la Lega Pro (15%) e la Serie B (9%). Preoccupante il dato del 5% dei casi registrati nei campionati giovanili; un dato ormai costantemente presente.
Da un punto di vista “territoriale”, il Sud e le Isole rappresentano l’area più pericolosa, con il 40% dei casi. Di poco sotto il Nord, con il 37% dei casi. Più tranquillo, invece, giocare in una squadra del Centro Italia, dove si realizzano “solo” il 23% degli episodi.
Il Lazio, tuttavia, resta la regione più pericolosa dove giocare a calcio (13%), seguita dalla Lombardia (12%) e dall’Abruzzo (10%) che, considerata la differenza di popolazione con le altre due regioni, costituisce la regione con il maggior tasso di rischio percentuale di questa edizione. Chiudono la classifica, come regioni più “tranquille”, l’Umbria e la Calabria (rispettivamente con l’1% dei casi).
“La violenza ai calciatori altro non è che purtroppo uno dei tasselli del più ampio fenomeno di violenza nel calcio”, ha commentato Daniela Stradiotto.
“L’obiettivo è quello di convincere i calciatori che così non è normale”, ha concluso il Presidente dell’AIC Tommasi, rilanciando l’hashtag #nonènormale. “Mi auguro che si continui a fare il possibile per cambiare le cose: l’Associazione Calciatori sta cercando di promuovere un altro tipo di calcio e di tifo, stiamo lavorando per portare proposte concrete per promuovere atteggiamenti differenti nella consapevolezza del nostro ruolo. Dobbiamo fornire delle risposte chiare alle storture ed ai comportamenti scorretti, come si è fatto in altri paesi”.
L’occasione è stata utile anche per richiamare l’attenzione sul Protocollo sottoscritto lo scorso 4 agosto: “L’applicazione del protocollo sulla fruizione degli stadi, firmato la scorsa estate, e’ ancora zoppa: si regge solamente su una gamba perché vi e’ ancora silenzio da parte delle società nell’interpretare il loro ruolo. Non c’e’ neanche il materiale per capire se questo modello sia valido o meno in quanto i dati sono assolutamente parziali” ha dichiarato il presidente dell’Osservatorio Daniela Stradiotto. “Alcuni passaggi di questo report non possono stupire perché rappresentano uno spaccato del nostro Paese – ha proseguito la dottoressa Stradiotto nel corso del suo intervento – le Forze di polizia sono impegnate nel vincere il muro di omertà, ora aspettiamo il contributo da parte del mondo del calcio. Ci auguriamo che anche questa seconda gamba cominci ad avviare i primi passi: le società devono intervenire quando ne hanno il dovere: l’istituto del gradimento può risolvere diverse situazioni come accade all’estero”.
Sul tema e’ intervenuto anche il presidente dell’A.I.C. Damiano Tommasi: “Sono contento che si sia arrivato al protocollo dello scorso 4 agosto: anche se e’ ancora zoppo, e’ stato comunque un passo importante. Stiamo tutti lavorando per cercare di trovare delle proposte concrete: speriamo che al più presto questo report possa avere pochissime pagine”.
Abstract IV Rapporto 2016-2017