Presentata la 9ª edizione del ‘ReportCalcio’
L’impatto socio-economico del calcio italiano supera i 3 miliardi di euro. Il calcio si conferma come il principale movimento sportivo italiano con 28 milioni di tifosi e 1,4 milioni di tesserati. Cresce il movimento femminile ed il pubblico negli stadi
Ventotto milioni di tifosi, 4,6 milioni di praticanti, quasi 1,4 milioni di tesserati e circa 568.000 partite ufficiali disputate ogni anno (di cui il 64% di livello giovanile): i numeri della 9ª edizione del ‘ReportCalcio’, presentata questa mattina a Roma nella Sala Koch del Senato, confermano come il calcio continui a rappresentare per distacco il principale movimento sportivo italiano, con la FIGC che rispetto alle 44 Federazioni Sportive Nazionali affiliate al CONI incide da sola per il 24% degli atleti tesserati e il 22% delle società affiliate. Ma quest’anno ‘ReportCalcio’ si completa anche con un’approfondita sezione dedicata all’impatto socio-economico che scaturisce da questa vastissima attività: l’impatto della pratica del gioco del calcio nel nostro Paese incide positivamente nel settore medico-sanitario ed ha benefici diretti in termini di legacy e coinvolgimento di una vastissima porzione della nostra società civile.
Alla presentazione del Rapporto Annuale sul calcio italiano, sviluppato dal Centro Studi FIGC in collaborazione con AREL (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC (PricewaterhouseCoopers), sono intervenuti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, il presidente della FIGC Gabriele Gravina, il responsabile Sviluppo e Formazione della FIGC Niccolò Donna e il partner PwC Andrea Samaja, mentre il segretario generale di AREL Enrico Letta ha portato il suo saluto attraverso un video messaggio.
Tra i trend più interessanti da analizzare figura sicuramente la forte crescita del movimento femminile, un tema reso ancora più attuale dall’ottimo risultato raggiunto dalla Nazionale femminile ai Campionati Mondiali 2019 (a cui l’Italia non riusciva a qualificarsi da 20 anni); solo negli ultimi 10 anni, le calciatrici tesserate sono infatti aumentate del 39,3%, passando da meno di 19.000 a quasi 26.000. E dopo la bella cavalcata dell’Italia di Milena Bertolini al Mondiale francese, una corsa terminata ai Quarti di finale con l’Olanda dopo aver tenuto incollati davanti alla Tv milioni di telespettatori, il numero di tesserate è destinato a crescere nei prossimi mesi.
La grande novità del ReportCalcio 2019 è la sezione che analizza i risultati di un programma di studio avviato in condivisione con la UEFA e finalizzato a rappresentare i benefici derivanti dalla pratica calcistica e il conseguente impatto sul Sistema Paese. L’algoritmo elaborato, denominato “Social Return On Investment Model”, ha analizzato il rilevante impatto socio-economico del calcio italiano, che risulta pari nel 2017-2018 a circa
3,01 miliardi di euro. I settori coinvolti sono quello economico (742,1 milioni di contributo diretto all’economia nazionale), sociale (1.051,4 milioni di risparmio economico generato dai benefici prodotti dall’attività calcistica) e sanitario (1.215,5 milioni in termini di risparmio della spesa sanitaria), insieme a quello delle performance sportive.
Oltre all’analisi dello scenario attuale, il modello SROI ha permesso anche di stimare la legacy derivante da un potenziale investimento nel calcio di base, in termini di aumento di calciatori tesserati e conseguenti risvolti a livello socio-economico. In particolare, dall’analisi risulta che un investimento potenziale aggiuntivo pari a circa 549.000 euro potrebbe condurre ad un aumento dei calciatori tesserati per la FIGC nell’ordine di 26.421 nuovi atleti registrati, con un impatto socio-economico aggiuntivo stimabile in 71,5 milioni di euro. Il 21,4% (15,3 milioni) riguarda l’impatto economico, il 36,1% (25,8 milioni) quello sociale e il restante 42,5% (30,4 milioni) l’incidenza nel settore medico e sanitario.
Come di consueto, inoltre, la pubblicazione analizza anche i numeri relativi alle 19 Rappresentative Nazionali italiane, il principale asset strategico della FIGC (con un investimento pari nel 2018 a 30 milioni di euro). Solo nel 2017-2018 sono state disputate 197 partite ufficiali (più di una ogni 2 giorni), con la convocazione di 607 calciatori e calciatrici e l’organizzazione di 1.010 giorni di ritiro. A conferma di quanto la maglia azzurra costituisca ancora una delle icone più importanti e riconosciute del nostro Paese, le Nazionali continuano a rappresentare un asset fondamentale del mercato televisivo italiano, con 84,6 milioni di spettatori (tv e streaming) solo nel 2018, mentre il numero aggregato di fan e follower delle Nazionali sui profili social FIGC ha superato gli 8,3 milioni, in crescita del 7,5% rispetto al 2017 e del 56,2% in confronto al 2015. In grande
crescita anche il profilo mediatico delle Nazionali femminili: il numero di visualizzazioni dei contenuti pubblicati sul canale YouTube FIGC Vivo Azzurro è passato dalle 6.085 del 2013 alle 561.603 del 2018.
All’interno della pubblicazione è possibile anche analizzare i principali numeri relativi al profilo economico finanziario del calcio professionistico, il cui giro di affari risulta in continua crescita. Nel 2017-2018, il valore della produzione aggregato ha superato per la prima volta i 3,5 miliardi di euro, con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente.
L’aumento del costo del lavoro e degli ammortamenti porta ad un peggioramento del risultato netto, con una perdita pari a 215 milioni di euro, sebbene il dato medio dell’ultimo biennio risulti comunque in forte miglioramento rispetto al quello precedente (si è passati dalla perdita media di 454 milioni del biennio 2014-2016 ai 186 del 2016-2018). Da un punto di vista finanziario, si rileva un importante incremento del patrimonio netto, pari al +36,9%, superiore alla crescita dell’indebitamento (+6,4%) che oltrepassa però la soglia dei 4,2 miliardi.
Il ReportCalcio negli ultimi anni ha cercato anche di approfondire sempre di più il crescente impatto del calcio italiano all’interno del Sistema Paese, considerando tra i diversi aspetti anche il profilo della contribuzione fiscale e previdenziale del sistema professionistico. Il contributo complessivo ha ormai raggiunto i quasi 1,2 miliardi di euro, confermando l’importante trend di crescita registrato negli ultimi anni; solo tra il 2006 e il 2016 il dato risulta in incremento del 36,9% in termini assoluti e del 3,2% su base media annua. Il calcio professionistico continua a rappresentare il principale contributore del sistema sportivo, con un’incidenza del 70% rispetto al gettito fiscale complessivo generato dal comparto sportivo italiano.
La pubblicazione comprende anche un’opportuna e necessaria finestra di confronto internazionale, che permette di confrontare il sistema calcistico italiano con le altre principali realtà internazionali. Il calcio europeo a livello aggregato rappresenta un settore economico in forte crescita: i ricavi aggregati elle 54 Top Division sono passati dai 2,8 miliardi del 1996 ai 20,1 del 2017, e solo negli ultimi 12 anni il fatturato è aumentato in media ogni anno del 7,5%, mentre nel medesimo periodo il PIL procapite dell’Unione Europea non è cresciuto di più del 2,5%. Le 5 principali Top League in termini di ricavi medi per società sono quella inglese (267 milioni di euro) e quella tedesca (155,5); seguono Spagna (144,5), Italia (108,1) e Francia (81,9).
Il ReportCalcio viene inoltre arricchito con un’inedita analisi relativa al profilo economico, commerciale e digitale dei 10 principali campionati calcistici europei, che ha permesso di introdurre e approfondire dei dati di grande rilevanza strategica: sono state analizzate un totale di 180 società e 3.473 diversi accordi di sponsorizzazione (approfondendo anche la provenienza dei partner e il relativo settore merceologico), insieme allo studio sul profilo digitale, per un totale pari a 5,1 miliardi di visualizzazioni su YouTube e 1,5 miliardi di fan e follower sui social media. Sotto questo profilo, è interessante notare come la Serie A rappresenti la Top Division europea con il più alto incremento (+22,7% tra il 2017 e il 2018 in termini di fan e follower sui social media). La sezione analizza anche la forte crescita della percentuale di società calcistiche europee che hanno inaugurato una divisione di esports (un tema reso ancora più attuale dal progetto “e-foot”, recentemente inaugurato dalla FIGC).
Per quanto riguarda l’analisi del profilo dell’impiantistica sportiva, continua il positivo trend di aumento degli spettatori presenti allo stadio per competizioni di alto livello (calcio professionistico e Rappresentative Nazionali); nel 2017-2018 sono stati quasi 17 milioni, in forte crescita negli ultimi anni (+8,4% rispetto al 2016-2017 e +13,6% rispetto al 2015-2016). Con importanti riflessi anche dal punto di vista economico: i ricavi derivanti dalla vendita di biglietti e abbonamenti sono infatti aumentati del 22,4% a livello di calcio professionistico e del 32,4% nella sola Serie A, la crescita più importante tra quelle rilevate negli ultimi 10 anni. Rimane però critico il profilo infrastrutturale del calcio professionistico, con un’età media degli impianti di 60 anni, il 93% degli stadi di proprietà pubblica, l’86% delle strutture che non utilizzano fonti di energia rinnovabile e il 45% dei posti che non dispongono della copertura. Uno scenario infrastrutturale che appare però in miglioramento; ai progetti di realizzazione di nuovi stadi già impostati o finalizzati, si aggiungono numerosi interventi apportati dal club calcistici italiani sugli impianti già esistenti, con l’obiettivo di contrastare alcune delle criticità più importanti e penalizzanti tipiche dei nostri stadi: considerando in particolare la Serie A, si segnala come nelle ultime 2 stagioni sportive il numero di posti dotati di seggiolini a norma UEFA sia cresciuto del 6,1%, mentre la qualità dell’illuminazione degli impianti è migliorata del 7,5% e il numero complessivo di Skybox è aumentato del 9,4%. L’incremento più significativo è quello relativo alle dimensioni dell’Area Ospitalità, in aumento del 18%. Il focus sul calcio professionistico viene completato con il capitolo sui modelli di governance. Considerando gli assetti proprietari del calcio professionistico, nel 31% dei casi si tratta di una persona fisica, nel 57% di una persona giuridica italiana e nel 12% di una persona giuridica estera. Negli ultimi 7 anni i proprietari dei club hanno inoltre operato interventi di ricapitalizzazione del valore complessivo di 2,4 miliardi di euro.