Osservatorio

Dal 1979 in Italia iniziano a verificarsi, in occasione di incontri di calcio, gravi episodi di violenza quali il decesso del laziale Vincenzo Paparelli, colpito da un razzo lanciato dagli spalti occupati dalla tifoseria romanista, la morte di un 14enne a seguito dell’incendio di un vagone con a bordo tifosi giallorossi (21.03.82); la morte per accoltellamento di un tifoso milanista (2.10.84).

Tali fatti sono stati oggetto di riunioni d’emergenza presso il Ministero dell’Interno con la partecipazione dei massimi vertici delle Forze dell’ordine e del mondo sportivo per adottare provvedimenti straordinari. Il 26 agosto del 1985, dopo la strage dell’Heysel in occasione della partita Juventus – Liverpool, viene istituita al Viminale una Commissione Mista e Permanenteincaricata di intervenire per i casi urgenti determinati dalle manifestazioni di violenza nel calcio (presiede il Capo della Polizia, partecipano il presidente del CONI, il direttore della Lega Nazionale Professionisti, il segretario della FIGC ed un rappresentante della serie C).
Il 13 aprile 1986 un altro giovane muore a seguito del fuoco appiccato da alcuni tifosi romanisti all’interno di un vagone ferroviario ed il successivo 7 dicembre  muore per accoltellamento un supporter della Sanbenedettese.

Si susseguono vertici tra Ministro dell’Interno e Presidente della FIGC e dopo la morte di un altro tifoso ascolano il 23 ottobre dell’88 viene istituita la Commissione Mista del Ministero dell’Interno, del Ministero del Turismo e della FIGC per l’elaborazione della prima Legge antiviolenza varata il 13 dicembre 1989 (legge 401), dopo il decesso, a seguito di pestaggio, di un altro tifoso romanista.

Dal 1992 emerge il “razzismo” negli stadi e il 23 giugno del 1993 la l. 401 viene integrata dalla l. 205 di conversione del D.L. “antidiscriminazione” nr. 122 del 23 aprile 93.

Ancora un morto il 30 gennaio del 94, i gravi incidenti a Brescia del 20 novembre dello stesso anno (un Vice Questore accoltellato e 10 agenti feriti da tifosi giallorossi), la morte di un tifoso e la successiva guerriglia urbana a Genova del 29 gennaio del 95, portano ad una nuova integrazione della l. 401 con l’inasprimento del DASPO di cui alla Legge “Maroni” nr. 45 dell’ 8 febbraio 1995.

Nel 1997 nuova esplosione di violenza negli stadi: morte di un tifoso a seguito di lite sugli spalti della partita dello stadio di Salerno il 4 maggio, violenti scontri durante il derby Atalanta-Brescia dell’8 ottobre, 50 feriti durante gli scontri dell’11 gennaio 98 a Brescia e un altro morto il 1° febbraio a Treviso determinano l’istituzione di un gruppo di lavoro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’elaborazione di nuovi provvedimenti legislativi, ma solo l’incendio di un treno speciale di tifosi salernitani del 23 maggio 1999, in cui muoiono 4 ragazzi, origina ufficialmente l’istituzione, su disposizione del Capo della Polizia, dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive cui vengono affidati compiti di coordinamento centrale delle iniziative da attuare in occasione di incontri ritenuti particolarmente a rischio.

Dalla sua istituzione l’Osservatorio ha svolto attività di analisi (monitoraggio e studio del fenomeno della violenza e delle carenze strutturali degli impianti sportivi), attività propositiva (proposte normative, elaborazione di direttive, promozione di iniziative sinergicamente coordinate con gli altri soggetti interessati) e attività documentali (rapporti annuali sull’andamento del fenomeno).

Dall’insieme di tali attività nel 2001 è stata elaborata una articolata “strategia di contrasto alla violenza in occasione di manifestazioni sportive” sviluppata nel “Progetto Pluriennale Antiviolenza”.